Salta al contenuto principale

Ars docendi 2/2020

Ars docendi 2 

Vorwort – premessa – Foreword [Adami]

“Nonostante la gravità della situazione sanitaria italiana, europea e mondiale, invitiamo come associazione umanistica tutti gli addetti ai lavori a fare tutto il possibile e tutto il ragionevole per evitare isolamenti e divisioni poco utili. Il coronavirus va arginato e combattuto, ma bisogna impegnarsi seriamente a non portare l’Europa allo stato di uno spezzatino che proprio noi umanisti vogliamo evitare. Dovremo, da ora in poi, impegnarci a trovare i rimedi giusti a guarire le lesioni apportate da questa crisi alla nostra comune civiltà. Usiamo bene questi tempi difficili a ritrovare noi stessi in un atteggiamento umanitario aperto che ci prepara a un nuovo decollo di un senso di unità civile. Impariamo da questa crisi che solo uniti possiamo affrontare i problemi del futuro che non saranno di facile soluzione! L’idea di un Humanitatis Symposium ci guiderà.” Rainer Weissengruber pochi giorni fa ha lanciato questo appello a noi tutti quanti. Giorno dopo giorno il virus e le sue circostanze ci fanno capire in quale abisso la nostra civiltà rischia di cadere. In Austria p. e. i politici hanno espresso l’assoluto divieto di andare a spasso (soltanto i cani si possono portare fuori), in Alto Adige il noto ginecologo Herbert Heidegger ci ha spiegato come i medici si organizzano nel caso di mancanti dispositivi di respirazione. Prima i medici si occuperanno dei medici e paramedici, ovvio, sono più importanti degli altri, perché salvano uomini, poi saranno curate le forze dell’ordine – ovvio, se no la nostra civiltà probabilmente non riuscirà a sopravvivere – non vorrei sapere quanto tempo noi insegnanti e uomini di cultura avremmo dovuto aspettare – non voglio immaginarmelo. O tempora, o mores! Dobbiamo agire contro, contro una civiltà, contro i massmedia che hanno il coraggio di presentarci sovrumani e subumani. Io non vorrei vivere in una società nella quale ci sono diritti diversi per diversi uomini. Ma non vorrei neanche vivere in una società che mi costringe per settimane a rimanere in casa.

O libertà o sicurezza – un noto medico bolzanino ha lanciato questa perplessità. Nel 2020 non siamo più capaci di garantire ne l’una ne l’altra. Io sognerei una società nella quale ognuno ha gli stessi diritti individuali, una società che prima o poi riesce a capire che ci vuole un “est modus in rebus”. Non possiamo soltanto crescere e crescere finanziariamente e economicamente senza guardare da nessun’altra parte. Abbiamo appena vissuto le conseguenze di tale comportamento. Il secondo numero di Ars docendi si occupa in parte degli impatti del coronavirus su scuole e istruzione. Vi presenteremo degli esempi affascinanti di insegnamento in tempo di crisi, ma ci saranno anche altri articoli, un saggio su un progetto bellissimo dal nome “Donne contro”, un saggio molto interessante sulle metamorfosi di Ovidio, una proposta metodica avvincente su “somnium Scipionis” e l’ipertesto, ma anche una prima recensione (vorremmo espandere questo piccolo settore, se piace) e la descrizione di un sito web molto interessante. 

Auguriamo a tutti buona lettura e invito tutti a mandarci un vostro saggio/articolo per il prossimo numero. 

Martina Adami